TO PEEL OR NOT TO PEEL

Sempre più spesso si rivolgono a me pazienti con questo amletico dubbio: il peeling chimico ha ancora un suo ruolo nel trattamento superficiale della cute del volto, o è stato superato da tecniche più innovative?
La risposta è assolutamente si.
Il peeling resta una delle metodiche più preziose per noi chirurghi plastici.
Vediamo di conoscerlo meglio.

Esistono tre livelli di trattamento: peeling superficiali, peeling intermedi e peeling profondi.

Peeling superficiale. Il peeling superficiale è anche conosciuto come “peeling dolce” Sulla pelle si applicano acidi derivati dalla frutta a varie concentrazioni (1’-70%): può trattarsi sia di acido glicolico ricavato dallo zucchero di canna, che di una miscela di AHA (alfa-idrossi-acidi), presenti nel latte,nelle mele ed in alcuni tipi di frutta quali ananas, agrumi e mandorle. L’ acido provoca la desquamazione dello strato cutaneo superficiale. Durante il mese precedente il trattamento, è consigliabile preparare la cute applicando quotidianamente prodotti contenenti vitamina A o acidi della frutta diluiti, per attivare i processi rigenerativi della pelle, predisponendoli ad un trattamento più intenso. Nel corso della procedura, la pelle si sensibilizza ed un leggero arrossamento permane anche nei giorni successivi: in questo periodo, è indispensabile proteggerla con particolari prodotti idratanti ed inoltre, per due settimane è necessario evitare l’esposizione diretta al sole. Anche dopo un solo trattamento la struttura della pelle appare molto più omogenea e compatta e le irregolarità della pigmentazione si attenuano. Per ottenere un effetto più evidente, si può ripetere il trattamento 4/6 volte a settimane alterne usando concentrazioni gradualmente decrescenti. I risultati permangono per un periodo da sei a dodici mesi.

Peeling intermedio. Viene effettuato applicando acido tricloroacetico (TCA) con concentrazioni variabili dal 20 al 40%, per coagulare l’intero strato cutaneo superficiale fino al cosiddetto derma reticolare: vengono così eliminati le imperfezioni della pigmentazione profonda, le cicatrici dovute all’acne e le piccole rughe attorno ad occhi e bocca; inoltre le pelli ruvide e porose diventano molto più lisce e luminose. Questa metodologia richiede una preparazione meticolosa: due giorni prima del peeling va effettuata un trattamento preventivo contro le infezioni erpetiche. La procedura può risultare dolorosa per cui solitamente è consigliabile utilizzare un anestetico locale: alla fine del trattamento la pelle può risultare molto arrossata. La carnagione assume subito un colore marrone scuro, poi la cute si secca e si desquama. Dopo circa una settimana la nuova pelle, rosea e delicata, comincia ad apparire. A volte per varie settimane possono permanere arrossamenti cutanei. Nei primi mesi dopo il trattamento vanno sempre applicati filtri solari integrali prima dell’esposizione al sole. L’efficacia del trattamento si prolunga per anni.

Peeling profondo. Questo è il peeling cutaneo più aggressivo e può arrivare ad eguagliare gli effetti di un lifting per un periodo fino a circa cinque anni. Per realizzare l’intervento il paziente deve essere sottoposto ad anestesia generale. Dopo che la pelle è stata completamente ripulita da ogni secrezione oleosa, si realizzano due o tre applicazioni di acido tricloroacetico con concentrazioni fino al 50%. Dopo il trattamento, il viso rimane gonfio, la pelle trasuda abbondantemente siero ed una sensazione di bruciore, talvolta anche intenso, può permanere alcuni giorni. Freddo, impacchi umidi e speciali unguenti alleviano questi sintomi, ma sono necessarie almeno due settimane prima che il paziente possa riprendere la sua vita normale. L’applicazione di cosmetici e l’utilizzo di filtri solari durante le ore del giorno è assolutamente indispensabile fino alla totale rigenerazione della pelle che può richiedere almeno due mesi.

NOTA. Nella pratica dei peeling è essenziale rivolgersi a professionisti seri e preparati. Se il trattamento non è effettuato alla perfezione, nell’assoluto rispetto dei protocolli tecnici ed utilizzando agenti chimici di qualità certificata, la pelle può rimanere danneggiata irrimediabilmente ed in modo permanente.

Articolo apparso su “Personaggi” numero 19 del 2011

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