QUESTIONE DI… NASO

Il termine medico rinoplastica indica “un intervento chirurgico al naso”. La rinoplastica è uno degli interventi più frequenti ma anche più impegnativi.
Fondamentalmente il naso può essere ridotto, ingrandito, allargato, ristretto, raddrizzato e rimodellato correggendo ossa e cartilagini. Allo stesso modo , diverse parti del naso, punta e narici possono essere modificate sia con procedure chirurgiche che con tecniche minimamente invasive, e lo stesso vale per gli angoli formati da fronte e radice nasale e da labbro superiore e punta nasale. Gli interventi esigono comunque grandi capacità tecniche ed è necessaria una notevole esperienza pratica, se si vogliono evitare successivi interventi correttivi. Prima di operare, il chirurgo deve analizzare accuratamente il naso in ogni sua componente valutando le proporzioni tra le varie parti e di ogni singola parte con gli altri elementi anatomici che costituiscono i lineamenti del viso. Infatti, una rinoplastica deve soddisfare criteri sia estetici che funzionali. Il Chirurgo deve infatti assicurarsi che mucosa nasale e funzioni respiratorie rimangano completamente integre.

Dal punto di vista strettamente geometrico, si ritiene che il naso ideale debba formare un angolo di 110 gradi con il labbro superiore ed uno di 35 gradi con la fronte. Tuttavia, un bel naso dipende ugualmente dalle sue proporzioni rispetto a viso, testa e corpo. Durante i consulti preoperatori, i professionisti usano spesso delle foto per creare modelli simulati al computer che riproducano il naso desiderato. In alternativa, possono proiettare un’immagine del profilo della testa del paziente disegnando le modifiche da apportare, oppure tratteggiarle direttamente su una speciale fotografia in bianco e nero di profilo a dimensioni naturali.

La durata della maggior parte delle rinoplastiche varia tra una e due ore, anche se talvolta nei casi più complessi possono essere necessarie anche 4 ore. Il paziente viene completamente anestetizzato. Per evitare qualunque cicatrice visibile, il Chirurgo effettua direttamente minuscole incisioni nella mucosa all’interno delle narici, attraverso le quali introduce gli strumenti (scollatori, scalpelli, forbici e micro-bisturi). In casi particolarmente difficili ed ogni qualvolta sia necessario avere un accesso più diretto al difetto da correggere si può praticare una incisione cutanea a livello del margine inferiore delle narici lavorando così “a cielo aperto”. In questo modo è possibile ridurre un gibbo nasale, correggere una punta imperfetta o ingrandire un naso insellato per mezzo di innesti di materiali ossei e cartilaginei. La pelle si riadatta naturalmente alla nuova forma ed ai nuovi volumi del naso, pertanto, tranne casi eccezionali, non è necessario procedere ad alcuna resezione cutanea. Dopo aver suturato le incisioni, vengono collocati dei tamponi nelle narici per prevenire eventuali emorragie. Un rivestimento adesivo viene posto sul dorso del naso per ridurre e prevenire ematomi e tumefazioni: sopra il rivestimento viene posta una protezione in materiale termoplastico che a sua volta viene mantenuta in loco da una ulteriore protezione adesiva. Dopo sette od otto giorni questa medicazione può essere rimossa e sostituita da sottili strisce adesive. Durante questo primo periodo, il paziente deve muoversi il meno possibile ed evitare di stare sdraiato in posizione orizzontale, di ridere e parlare eccessivamente e di toccarsi o massaggiarsi il naso; deve inoltre ingerire solo cibi liquidi o a consistenza molle.

Per le prime due settimane non è consentito baciare, né fare bagni caldi o saune; si possono invece lavare i capelli facendo però attenzione a tenere la testa rivolta all’indietro. Per un periodo da sei ad otto settimane non è consentito praticare attività sportive, esporsi al sole e partecipare a manifestazioni comportanti il rischio di contatti fisici violenti. Gli ultimi gonfiori scompaiono solo sei mesi dopo l’intervento. In quel momento il naso è solido e stabile com’era all’origine prima dell’intervento. Purtroppo questa è anche la prima vera occasione in cui è possibile valutare l’eventuale necessità di ulteriori ritocchi che comunque non devono essere effettuati prima di 12/18 mesi dal primo intervento.

I rischi operatori non vanno sottovalutati. Nelle prime due settimane dopo l’intervento è possibile che compaiano lievi difficoltà respiratorie. Emorragie nasali, secchezza delle mucose, minore sensibilità della punta del naso e del labbro superiore sono complicazioni che, se presenti, svaniscono dopo qualche tempo.

Contrariamente alle orecchie, che sono già prossime alle loro dimensioni definitive all’età di cinque anni, il naso comincia a modificarsi sensibilmente verso i tredici o quattordici anni. Il naso femminile smette di crescere verso i sedici anni, quello maschile attorno ai diciannove. Un intervento non dovrebbe, tranne casi particolari, essere programmato prima della fine di questo periodo.

Durata del ricovero ospedaliero: un giorno.
Ritorno alle attività lavorative: dopo 1 – 2 settimane.

Articolo apparso su “Personaggi” numero 21 del 2011

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