Aumentare il volume del seno: meglio le protesi o il grasso?

La risposta nel Match tra Roy De Vita (a favore delle prime) e Michele Zocchi (che sostiene la superiorità del secondo) nell’ambito del 65mo Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE

Torino, 23 settembre 2016 – Si dice mastoplastica additiva, si pensa protesi, perché da sempre l’aumento del seno (uno degli interventi più richiesti al mondo) si esegue con l’impianto di appositi dispositivi, nella stragrande maggioranza dei casi realizzati in silicone.

Ma, ormai da qualche anno, le protesi non sono l’unica possibilità per trasformare il decolletée. L’alternativa viene dalla cosiddetta lipostruttura, tecnica che prevede il trasferimento del grasso della paziente stessa, che viene prelevato dalle sedi del corpo in cui è naturalmente presente (addome, glutei, fianchi) e che poi, nell’ambito della stessa seduta operatoria, viene lavorato secondo metodiche sempre più raffinate e quindi trasferito nel seno.

L’aumento di volume avviene quindi in modo completamente “naturale”, senza corpi estranei.

Quale strada scegliere, quindi, per realizzare il sogno di passare da una coppa A a una coppa C? Punta a rispondere al quesito il Match Mastoplastica additiva: protesi vs grasso, vero incontro di pugilato scientifico che si svolge nell’ambito del 65mo Congresso Nazionale della Società Italiana di chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE, l’associazione scientifica che raccoglie l’80% degli specialisti italiani.

A scontrarsi sul “ring”, a colpi di evidenze cliniche e pubblicazioni scientifiche, Roy De Vita, primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva all’Istituto Nazionale dei Rumori di Roma Regina Elena, e Michele Zocchi, professore a contratto presso l’Università di Padova e docente presso la Vietnam National University, dove dirige anche un centro per lo studio e sviluppo dei biomateriali.

 

Protesi, perché sì

Sicurezza e predittività

“Le protesi sono dispositivi sicuri, sui quali c’è una vastissima letteratura scientifica – spiega Roy De Vita, che ne sostiene la superiorità –. Un chirurgo plastico esperto e preparato, che impianta delle protesi in una paziente, sa perfettamente a che tipo di risultato andrà incontro, con quale trasformazioni nel tempo e con quali eventuali necessità di ritocco in futuro”. Un intervento a colpo sicuro, insomma, e senza brutte sorprese in termini di entità del risultato.

Una strada per tutte

In molti casi, la paziente che desidera aumentare il volume del seno è magra o molto magra. “Impossibile, allora, avere riserve sufficienti di grasso da trasferire nelle mammelle, con il rischio di sottoporsi a un intervento senza ottenere il risultato sperato”, dice ancora De Vita.

Quali possibilità per il futuro

In futuro, secondo una tendenza che è già adesso ben evidente, le protesi saranno sempre più “tecnologiche” e quindi più leggere e resistenti, per un comfort e una sicurezza sempre maggiore. Ma cosa succederà alla lipostruttura? Il “no” riservato a questo metodo è destinato a rimanere immutato? “Non credo – dice De Vita -. Oggi la lipostruttura è una strada futuribile, ma con forte probabilità domani sarà realtà. Perché avvenga questo passaggio, però, è necessario poter coltivare in vitro il grasso prelevato dalla paziente, cosa oggi vietata dalla legge. Quando il grasso sarà coltivato e poi reimpiantato, saranno possibili aumenti maggiori, a vantaggio anche delle pazienti magre. E un ulteriore miglioramento verrà dalla possibilità di poter far crescere il grasso in apposite strutture, scaffold realizzati per condizionare nel modo ottimale la forma del tessuto adiposo pronto per essere trasferito nelle mammelle”.

 

Grasso, perché sì

Il vantaggio del naturale

“Le protesi sono corpi estranei contro i quali l’organismo può scatenare una reazione che porta al cosiddetto incapsulamento – spiega Zocchi – . In questi casi, le protesi vengono rivestite da tessuto duro e fibroso, con la conseguenza di dare al seno operato una forma tutt’altro che gradevole e naturale, spesso asimmetrica. Nulla di tutto questo avviene con il grasso, materiale completamente naturale, che entra a far parte dei pre-esistenti tessuti mammari, con l’effetto di ‘imbottirli” e aumentarne la consistenza e il volume”

Una soluzione duratura…

“Il difetto che i miei colleghi spesso attribuiscono all’aumento mammario con lipostruttura è legato alla breve durata dell’effetto – sottolinea Zocchi -. Se è vero che una protesi integra non perde volume nel tempo, è altrettanto vero che il grasso che è stato opportunamento trattato sopravvive e non viene metabolizzato dall’organismo, con l’effetto di compromettere l’aumento ottenuto”. Come essere certi di non compromettere la vitalità e l’attecchimento del tessuto adiposo? “È fondamentale ricorre alla procedura dell’ultra-condensazione, tramite la quale si elimina l’olio prodotto dai trigliceridi e si conserva la parte più viva del tessuto adiposo”.

… e completamente sicura

“Non è vero che il trapianto di grasso aumenta il rischio di ammalarsi di tumore al seno – sottolinea Zocchi -. Tutti gli studi scientifici sgombrano il campo da questa eventualità e, a maggior conferma di questa tesi, c’è il dato relativo alla stragrande maggioranza delle ricostruzioni mammarie post-tumore, che avvengono oggi con tenica ibrida, ovvero abbinando protesi e grasso. Se la lipostruttura aumentasse il rischio di recidiva, i chirurghi plastici lo userebbero nelle loro ricostruzioni?”

 

IL 65mo CONGRESSO NAZIONALE SICPRE   

Il 65mo Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE, presieduto da Fabrizio Malan, si tiene presso il Centro Congressi Lingotto di Torino dal 21 al 24 settembre 2016. 
La SICPRE raccoglie l’80% dei chirurghi plastici italiani, per i quali il Congresso Nazionale costituisce il principale appuntamento scientifico e sociale dell’anno. Nella quattro giorni di Torino sono previste sessioni di lavoro sui principali temi della Specialità (dalla mastoplastica additiva alla rinoplastica, dalla ricostruzione mammaria alla chirurgia sugli ex-obesi), trattati dai massimi esperti italiani e stranieri.

Il 65mo congresso SICPRE è organizzato da Cluster e prevede la partecipazione di circa 550 medici. La ricaduta stimata sul territorio è di circa un milione di euro.

Sicpre2016.it

 

CHI È LA SICPRE

La SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, è la più antica, prestigiosa e rappresentativa associazione di Chirurghi Plastici in Italia. È stata fondata a Roma nel 1934 e raduna oggi l’80% degli specialisti presenti nel nostro Paese. La SICPRE è gemellata (unica italiana) con l’American Society of Plastic Surgeons ASPS e referente ufficiale in Italia del progetto internazionale ICOBRA, che ha il fine di coordinare i registri delle protesi mammarie di tutto il mondo. Ancora, la SICPRE è gemellata con l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery ISAPS, la società internazionale dei chirurghi plastici estetici, ed è l’unica società italiana a far parte di ICOPLAST, la confederazione internazionale delle società di chirurgia plastica ufficialmente riconosciute.

www.sicpre.it

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